Da “Dylan Dog e il mistero del revolver che espelle bossoli come fosse una semiautomatica”.
Disegno di Franco Saudelli.
Grazie a Lionello
Una illustrazione di Maurizio Di Vincenzo per Narnia Fumetto, risalente ad alcuni anni fa.
Un disegno realizzata da Bruno Brindisi per il mercato croato.
Grazie a Lionello.
[ Per i lettori più sensibili: ma cosa hai capito? Non stiamo mica denunciando un plagio. Noi ci limitiamo a mettere una vicino l’altra due o più immagini che ci paiono somiglianti, poi sarai tu a decidere se quello che hai davanti è frutto di mera coincidenza, plagio, omaggio o altro.
E ricordati di indossare sempre biancheria pulita ^__^ ]
E così Forth Season diventa il “Forte Stagione”(Fort Season).
Mi rendo conto che come errore non è granché ma ci piaceva il fatto che una mancata lettera creasse una parola di diverso senso.
Dal “Dylan Dog Color Fest N.8”, sceneggiatura di Andrea Cavaletto, disegni di José Ortiz, lettering di Marina Sanfelice.
Grazie a Umberto.
Ah, le donne, sempre indecise su cosa mettersi. Un attimo prima sono in auto con un paio di pantaloni lunghi e si lamentano di non essere riuscite a fare colazione.
Un attimo dopo, alla stazione di sosta per sgranocchiare qualcosa, sono già in gonna.
Da “Dylan Dog N.308 – La Dea Madre”, sceneggiatura di Giuseppe De Nardo, disegni di Marco Nizzoli.
Grazie a Il Signor M.
Attenzione Dylan!
In questa scena, mentre l’Indagatore dell’Incubo e una procace rossa, ehm, ripassano alcune prese di Judo, si scatena un classico fenomeno Poltergeist. Così un paio di cesoie, schivato per un pelo, squarcia la giacca di Dylan Dog (per altro la sua preferita).
Un tipico caso di cesoie-poltergeist.
Ma subito dopo l’affilato strumento non sembra aver lasciato alcun segno sulla giacca di Dylan (per altro la sua preferita)!
Un tipico caso di rammendo-poltergeist.
Dal “Dylan Dog Color Fest N.8”, sceneggiatura di Pasquale Ruju, disegni di Lito Fernandez.
Grazie a Claudio.
I nostri lettori non sono solo pignoli ma a volte addirittura visionari.
Guardate l’immagine qua sotto, è la prima vignetta del “Dylan Dog N.262 – L’incendiario” (sceneggiatura di Giuseppe De Nardo, disegni di Bruno Brindisi). Come recita la didascalia ci troviamo a Branford, immaginaria cittadina situata, secondo gli autori, in Inghilterra, notate niente di strano?
Berto da Venezia, ci segnala l’apparizione di una nota opera architettonica della sua città in questa vignetta.
La domanda è: come ci è arrivato il Ponte di Rialto oltremanica?
Una coincidenza? Uno scherzo del disegnatore? Una tamarrissima imitazione albionica? Ma soprattutto, Giacobbo che ne pensa?
Grazie a Berto.